Quale futuro per i bambini, ragazzi e adulti nel Spettro Autistico?

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Genitori, famigliari, persone con autismo e operatori sollecitano i candidati alle prossime elezioni del Consiglio Provinciale a prendere coscienza di una condizione ancora sommersa che necessita di una visione nuova.

–          DIAGNOSI PRECOCE

È necessario intercettare il prima possibile i segnali dell’autismo ed attivare i servizi territoriali. I pediatri vanno dotati di un Protocollo per il riconoscimento precoce di atipicità nello sviluppo per indirizzare tempestivamente le famiglie agli specialisti della Neuropsichiatria Infantile e al Centro di Riferimento Provinciale per l’Autismo presso Villa Igea. Entro i 12/18 mesi di vita ogni bambino deve poter accedere al percorso diagnostico. I campanelli di allarme qui

–          TERAPIE
Gli interventi terapeutici devono essere personalizzati e basati su modelli integrati multidisciplinari in cui trovino posto anche le terapie evidence based indicate dall’Istituto Superiore di Sanità (ABA, Denver Model, ecc.), il cui costo -1.500/1.800€ al mese- dovrà essere coperto dall’assistenza pubblica come succede per le altre patologie. Vanno ridotti i tempi di attesa per l’accesso ai trattamenti: l’ISS conferma che un intervento integrato precoce porta significativi miglioramenti delle capacità cognitive (QI), dei comportamenti e nella riduzione della gravità dell’autismo. Quindi nella riduzione dei costi sanitari futuri.

–          FAMIGLIA
La famiglia ha bisogno di un supporto psicologico dal momento della diagnosi, che rappresenta un passaggio traumatico da elaborare, e nella gestione del percorso terapeutico. I genitori hanno un ruolo fondamentale nell’efficacia degli interventi, che devono trovare condivisione, coerenza e continuità nelle azioni quotidiane. La famiglia inserita nel programma educativo con un’adeguata formazione riscontra miglioramenti nelle interazioni e nella relazione con il figlio/a autistica, aumentando la serenità del percorso di vita dell’intera famiglia.

–          SCUOLA
È necessario un sostegno scolastico specialistico con competenze specifiche sull’autismo. È auspicabile la creazione di una banca dati di operatori con formazione mirata, che la Fondazione Trentina per l’Autismo sta già raccogliendo (si possono inviare i CV a info@fondazionetrentinaautismo.it). La scuola deve attivarsi per offrire un’inclusione reale che vede l’autistico partecipe nell’attività della classe, in cui il progetto formativo sia condiviso con gli insegnanti curriculari, abbia continuità nel tempo e, per i ragazzi più grandi, sia finalizzato ad una concreta prospettiva di inserimento lavorativo.

–          LAVORO
Molti autistici hanno capacità lavorative, le imprese devono contare su un welfare che preveda incentivi e sgravi per le aziende che assumono persone con autismo. Al contempo il sostegno economico alla famiglia va sospeso, anziché eliminato, per evitare, in caso l’inserimento lavorativo non avesse continuità, di rifare l’iter di valutazione con attese di 6/9 mesi. La gestione di un famigliare con disabilità causa forte stress, le politiche del lavoro devono tener conto di queste situazioni complesse e venire incontro alle famiglie con misure idonee di flessibilità e supporto.

–          DOPO DI NOI
Nell’ottica dell’ineluttabile distacco dalle famiglie è necessario predisporre un percorso di preparazione con la creazione di residenze protette e “case famiglia” specifiche per i Disturbi dello Spettro Autistico. Centri in cui inserire gradualmente le persone con autismo, dove possano svolgere attività educative e ricreative, contestualmente al grado di disabilità, in modo da assicurare un futuro sereno agli autistici stessi e ai loro cari.

 

Il nostro splendido Trentino, che sa esprimere l’eccellenza nei più svariati ambiti, può guardare avanti e superare la cultura stereotipata che vede il disabile come un peso per la collettività. Il Trentino ha i mezzi per offrire a tutti opportunità di crescita e partecipazione alle attività sociali e lavorative, ne ha anche la volontà?