È necessario esprimere maggiore “sensibilità e una vicinanza autenticamente solidale alle persone autistiche e alle loro famiglie”. Ecco il filo conduttore dell’appello lanciato dall’Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, in occasione della 5ª Giornata Mondiale sull’Autismo che ricorrerà il 2 aprile prossimo.
Una ricorrenza che diventa quanto mai importante se si considerano, da un lato la gravità dei Disturbi dello Spettro Autistico, sia per la persona che ne è affetta sia per la sua famiglia e per chi se ne prende cura, dall’altro l’impellente necessità di approfondire le conoscenze al riguardo e, al contempo, di estendere le possibilità di diagnosi e di cura alle fasce di popolazione e alle nazioni economicamente più disagiate. Le stesse statistiche, nonostante il grande impegno degli esperti di settore, sono ancora lacunose a livello internazionale pur ritenendo che l’autismo sia presente sia nei Paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo. In Europa si stima comunque che all’incirca sessanta bambini su diecimila ne vengano colpiti.
La Chiesa, nella comprensione delle sofferenze e delle difficoltà che i malati di autismo e i loro familiari patiscono, avverte impellente la necessità di offrire sempre maggiore accoglienza e di porsi accanto a queste persone e alle loro famiglie, se non per rompere queste barriere del silenzio, almeno per condividere nella solidarietà e nella preghiera il loro cammino di sofferenza che, a volte, acquisisce anche i tratti della frustrazione e della rassegnazione, non da ultimo a motivo degli ancora scarsi risultati terapeutici.
Ugualmente, la Chiesa sensibilizza e incentiva il mondo scientifico e le politiche sanitarie, ad intraprendere e ad incrementare percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitativi che possano fare fronte ad una patologia che investe numericamente più persone di quante se ne potessero fino a pochi anni fa immaginare. Incoraggiare e sostenere questi sforzi, anche nel gesto solidale del mondo scolastico, del volontariato e dell’associazionismo, è un dovere per scoprire e per fare emergere quella dignità che la disabilità – anche la più grave e devastante – non cancella.
Città del Vaticano, 29 marzo 2012
La foto è stata presa da qui. Si ringrazia l’autore.