
«Quale occasione più simbolica se non la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo?» afferma Giovanni Coletti, che ha finanziato di tasca propria la residenza destinata ad un progetto di abitare sociale dedicato al “dopo di noi”. Questa ricorrenza, istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2007, vuole appunto richiamare l’attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico: «Diritto alla cura, diritto all’inserimento scolastico, lavorativo e sociale, senza dimenticare il diritto ad una qualità di vita soddisfacente e il più possibile autonoma anche quando le persone care di riferimento non ci saranno più».
In Italia 1 bambino ogni 77 nella fascia di età dai 7 ai 9 anni presenta un Disturbo dello Spettro Autistico, questi sono i numeri dell’Osservatorio Nazionale Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità relativi al 2019. Con un’importante incidenza di casi in provincia di Trento: 60 nuove diagnosi nel solo 2022 (dati del Tavolo per l’Autismo della Provincia Autonoma di Trento).
Ma che fanno i bambini con autismo quando diventano grandi? Dove vanno?
«Un salto nel buio, questo succede con la fine della scuola, per non parlare di quello che è comunemente chiamato il “dopo di noi”, che in realtà sarebbe da predisporre “durante noi”» ribadisce Coletti. Una necessità inesorabile per centinaia di famiglie in Trentino, che non trova ancora risposta nelle istituzioni.
Nasce per questo la nuova residenza “Villa Gioia” a Cles (TN) – un nome di certo non casuale, ma che vuole essere un augurio per tutte le persone che lì vivranno.
«Tutti gli anni, il 2 aprile, organizziamo delle iniziative per sollecitare il pensiero sull’autismo – ha spiegato il presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo. – Questa mattina abbiamo tenuto una conferenza per i giovani del liceo Russell e dell’istituto tecnico Pilati su alimentazione e neuro divergenze, con la seconda parte che ha visto il coinvolgimento dell’Azienda sanitaria di Trento e la coinvolgente testimonianza di tre giovani con autismo. Dobbiamo cambiare la visione che la persona con disabilità sia un problema, un peso per la società da lasciare in disparte. Stimoliamo questi giovani perché in futuro possano affiancare anche le attività che verranno svolte in questa casa, che avrà una gestione innovativa, grazie al coinvolgimento di volontari, ma anche di giovani che studiano in ambito sociale e sociosanitario. L’idea è di aumentare la consapevolezza proprio dai giovani in su, facendo in modo che si mettano in gioco come avvenuto a Casa “Sebastiano”».
Nel pomeriggio l’apertura delle porte della nuova casa: il presidente Coletti e la moglie Manuela Chini, soddisfatti ed emozionati, insieme alle figlie Martina e Roberta, hanno tagliato il nastro blu, colore simbolo dell’autismo, alla presenza delle autorità locali: il sindaco Ruggero Mucchi, il presidente della Comunità della Val di Non Martin Slaifer Ziller e la vicepresidente regionale Giulia Zanotelli. Non sono voluti mancare a questo importante momento nemmeno il capitano Toto Forray, l’allenatore Galbiati e il presidente Longhi dell’Aquila Basket Trento, sempre al fianco della Fondazione Trentina per l’Autismo in tanti progetti solidali.
Dopo i ringraziamenti di rito e i discorsi istituzionali ben augurali un nutrito pubblico ha potuto visitare in anteprima i 4 appartamenti che formano la residenza, dove vivranno fino a 8-10 ragazze e ragazzi con il sostegno di operatori, indispensabile nella vita di ogni giorno. «Si lavora per rendere il più possibile autonome queste persone, con autismo o neurodiversità, per vivere una vita dignitosa ed essere coinvolti in una comunità, come quella di Cles, che permette l’inclusione vera all’interno di un paese non troppo grande e dispersivo, ma che racchiude tutta una serie di luoghi sociali e attività che potranno svolgere per avere una quotidianità serena e soddisfacente».





