Da ottobre 2022 a Casa “Sebastiano” è attivo il progetto teatrale su misura per ragazze e ragazzi con autismo “Dueluglio – Disturbi di scena” condotto dall’attore e ricercatore teatrale Gilberto Colla, presidente dell’Associazione Culturale Plantago. Il progetto, finanziato con la donazione di una coppia di novelli sposi, vuole promuovere l’esplorazione e lo sviluppo delle capacità sociali, cognitive e creative.
Gilberto Colla così lo descrive:
«Ciò che non conosciamo regge ciò che conosciamo.
Il teatro come accade a Casa “Sebastiano” è rivelazione di un’esperienza che si fa nella palestra dove trascorro, insieme con i soggetti autistici, un lungo tempo di “giochi” fisici e verbali o nella stanza multisensoriale dove per un’ora circa ci si ritrova a leggere, in uno stato quasi di dormiveglia, racconti o storie letterarie di autori rinomati…
Ogni volta che ci si ritrova nella palestra per fare teatro vengono disposti il nord, il sud, l’est e l’ovest, sempre presenti, come se il locale in cui agiamo i nostri esperimenti di vita fosse, in realtà, un nostro pianeta in movimento nel sistema solare insieme a tutti gli altri. Ci posizioniamo nello spazio e da qui si inizia ogni volta questa esperienza.
Tutti provano a fare una capriola, a salire in piedi su una sedia, a cadere a peso morto su un materassino, se blu nel mare, se rosso dentro alla bocca del vulcano… si chiudono gli occhi, ci si prende per mano… si fanno cose impensabili, anche calzare una maschera da Zanni, darle il nome di “Nonso” e mettersi una corona da re o infilarsi al posto del berretto le orecchie d’un asino… attraversare ponti e città, assistere ad un incidente stradale, a dover spegnere un incendio, poi ci sono le vocali cantate e le consonanti, nasali e dentali, le parole, anche quelle che escono dopo che per tre volte, le braccia agitate nell’aria, hanno ritrovato posto sulle spalle e, infine, quelle che non vogliono venir fuori ma che prima o poi si udiranno.
Sono diventato uno di loro o sono stato accettato come autistico anch’io e a volte mi onorano di fargli da guida. Qualche volta scendiamo, come fanno gli UFO, dal nostro pianeta sul vostro e notiamo cose che voi non fate, ma che andrebbero fatte. Ad esempio: il passo della camminata dovreste accompagnarlo sempre dall’interiezione “ahi”, qualche volta, “ohi”, raramente “ohimè” (per via di quel me che fa troppo di sé). Di fatto, sembrerebbe impossibile camminare sulla crosta terrestre senza questa consapevolezza di rimpianto, dolore, voce di lamento. Noi lo facciamo quando scendiamo sul vostro pianeta, fatelo anche voi, aiuta a favorire l’inclusione».